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18/06/2018 - E-COMMERCE E SISTEMA FISCALE, INTERVENTO DELLA CORTE DEI CONTI

Una delibera e una relazione da inviare alla Presidenza del Senato della Repubblica e alla Presidenza della Camera dei deputati e alle amministrazioni interessate le quali dovranno ottemperare ai rilievi formulati, a meno che entro 30 giorni non ritengano di motivare l’eventuale opposizione: entro sei mesi le amministrazioni interessate dovranno comunicare alla Corte e al Parlamento le misure consequenziali adottate. Al centro di questa iniziativa la necessità di fare il punto sulla tassazione del commercio elettronico, argomento finalmente sempre più al centro delle attenzioni del Fisco nazionale e internazionale. Lo scorso 7 giugno la Corte dei Conti ha pubblicato sul proprio sito la Deliberazione n. 8/2018/G del 24 maggio 2018, documento mediante il quale si approva la relazione su “E-commerce e sistema fiscale” avente all’oggetto un’analisi accurata sull’evoluzione della tassazione diretta ed indiretta degli scambi attraverso la rete. La relazione in oggetto provvede a mettere in evidenza l’evoluzione del commercio elettronico e il forte impatto avuto su tutti i principali settori dell’economia, per poi fare il punto sulla necessità di rimodulare la normativa fiscale internazionale, dell’Unione Europea e nazionale. Tra le cose maggiormente messe in evidenza, la mancanza di una normativa uniforme tra i vari Stati, lacuna a cui ogni Paese cerca di porre rimedio intervenendo autonomamente: è un problema molto spinoso, infatti, quello legato alla necessità di trovare un sistema organico per la tassazione degli scambi che avvengono attraverso le nuove tecnologie, sempre più slegate dal luogo fisico sia dell’imprenditore che del consumatore. Tenendo conto degli sforzi e dei risultati ottenuti dall’Amministrazione italiana, traspare con sempre maggiore evidenza comunque la necessità che il Fisco utilizzi strumenti di analisi che consentano una valutazione quantitativa e un monitoraggio puntuale dell’evasione fiscale nello specifico settore, da considerare oramai un fattore di non secondario rilievo nell’ambito delle stime sull’ammontare delle entrate sottratte al bilancio pubblico.