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23/04/2018 - OCSE, INTERVENTO IN MATERIA DI TASSAZIONE SUL RISPARMIO

Una delle sigle più importanti del panorama economico mondiale, ossia l’Ocse, interviene in merito alla situazione attuale di un tema molto particolare e importante, vale a dire la tassazione sul risparmio: in particolare, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha pubblicato due nuovi, rilevanti report sulla fiscalità della ricchezza personale, evidenziando alcuni aspetti meritevoli dei dovuti approfondimenti. I documenti elaborati tengono conto della realtà odierna di 40 Paesi, di cui 35 facenti parte dell’Organizzazione e altri 5 aventi il ruolo di partner. In particolare, l’organizzazione evidenzia come molti Paesi non abbiano una reale necessità di aumentare il prelievo fiscale sui risparmi, poiché sarebbe molto più utile rendere concreti gli ampi margini di manovra per operare gli opportuni miglioramenti nell’attuale sistema di tassazione. Tenendo conto del fatto che comunque i meccanismi di tassazione sui risparmi e sugli investimenti finanziari presentano differenze sostanziali tra i vari Paesi, occorre comunque intervenire su un aspetto che accomuna praticamente ogni sistema, cioè il fatto che in media più un contribuente è facoltoso, minore è, paradossalmente, il carico fiscale percentuale che è chiamato a sopportare: ciò è dovuto alla possibilità di diversificare gli asset e di detenere strumenti finanziari e assicurativi più evoluti. Chi invece riesce a mettere da parte pochi risparmi tende a concentrarli sui conti correnti e sui depositi, che sono generalmente tassati con aliquote più elevate. Per questo motivo i governi dovrebbero manovrare la leva fiscale sul risparmio in modo da garantire una crescita inclusiva e da incoraggiare la previdenza complementare, alla luce dell'invecchiamento della popolazione e della crescente pressione sul welfare sociale.