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25/01/2018 - IL FISCO IN PRIMO PIANO NELL’AGENDA POLITICA

“Tempo di elezioni, tempo di inevitabili promesse –dice l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- e anche l’universo fiscale, per forza di cose, è coinvolto nei numerosi progetti enunciati dai protagonisti della vita politica nostrana, impegnati in una serrata lotta elettorale per accaparrarsi la fiducia degli italiani. In un periodo come questo però –aggiunge la Dott.ssa Sergio- occorre mantenere la necessaria lucidità per capire quali siano le strade realisticamente percorribili e per individuare quei temi legati al Fisco che rappresentano delle autentiche necessità per la collettività. È quindi importante che la foga delle promesse elettorali non influisca sull’atteggiamento dei candidati, anche perché stiamo vivendo un momento storico particolarmente delicato in cui la fiducia dei cittadini verso lo Stato non è ai massimi livelli, con conseguenze abbastanza gravi riguardo l’atteggiamento generale verso le leggi in vigore”.

La corsa al consenso, quindi, può nascondere insidie reali come ad esempio promesse irrealizzabili o scarsa attenzione a problematiche con meno appeal ma, in realtà, probabilmente più urgenti di altre, anche se dotate di minor impatto. Diventa molto importante consentire ai cittadini contribuenti, ossia a lavoratori, famiglie e imprese, di farsi un’idea completa di quanto proposto: la compatibilità fra le promesse e la realtà riveste un ruolo più che mai di primo piano in questa fase sociale e storica, proprio perché la percezione di uno Stato poco attento alle esigenze reali e non in grado di garantire un certo livello di equità può erroneamente spingere i cittadini ad assumere comportamenti dannosi per tutti. Troppe volte, ad esempio, le lamentele per una pressione fiscale insostenibile si sono tradotti in fenomeni di elusione ed evasione fiscale assolutamente da condannare.

Proprio un Fisco più equo e meglio bilanciato rappresenta un reale e importantissimo obiettivo per diverse forze politiche: liberando le aziende da impegni fiscali insostenibili si potrebbe sicuramente favorire, come logica conseguenza, un aumento dell’occupazione. Inoltre, è necessario avere uno sguardo più ampio sulle sempre più numerose forme di tassazione laterale, dalle addizionali regionali ai prelievi che a varia natura pesano sui redditi e sulle attività. Con quel meccanismo per il quale le regioni che hanno il sistema sanitario più inefficiente (e dunque con il deficit più alto) sono quelle dove l’addizionale regionale è ai livelli massimi consentiti. Come dire: contribuenti puniti due volte. Le ultime dichiarazioni dei redditi pubblicate dal ministero dell’Economia e delle Finanze dicono che il calo dell’Irap ha portato a un prelievo medio intorno agli 8 mila euro e che circa il 40 per cento delle imprese non verserà imposte. Uno scenario che si può interpretare in molti modi, dall’evasione al fatto che l’economia si è messa in moto, ma ancora non in modo così evidente da far aumentare il gettito.

“La situazione di partenza è decisamente complessa, per cui non bisogna cadere nella tentazione di far credere ai cittadini che sia possibile risolvere magicamente tutti i problemi e in tempi brevi. Facciamo dunque appello al senso di responsabilità di tutti –dice ancora la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- affinché le proposte normative presenti e future tengano conto della necessità di saper intercettare i bisogni reali delle persone, e che gli obiettivi da raggiungere siano realistici e ben ponderati. Intervenire in maniera decisa sull’universo fiscale è indubbiamente indispensabile –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia- ma vista l’importanza del tema in questione occorre farlo con lucidità, serietà e lungimiranza”.