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10/01/2018 - DATI ISTAT: PRESSIONE FISCALE E DEBITO IN CALO

“Negli ultimi giorni ha trovato spazio una notizia che merita sicuramente una riflessione approfondita e attenta –afferma la Dott.ssa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia- e che ha dato vita a numerose interpretazioni, commenti e precisazioni. Si tratta del dato Istat relativo alla pressione fiscale nel terzo trimestre del 2017, dato sicuramente di grande rilevanza, anche per ciò che ha comunicato, ossia un significativo calo della pressione fiscale, non tanto in termini quantitativi, ma soprattutto perché rappresenta il valore più basso dal 2011. Come sempre però –continua la Dott.ssa Sergio- è assolutamente necessario capire e spiegare cosa i numeri nudi e crudi raccontano, per avere una visione d’insieme il più possibile autentica e slegata da mire propagandistiche che purtroppo, in fase di campagna elettorale, potrebbero prendere il sopravvento sulla fondamentale necessità di fornire ai cittadini un’informazione oggettiva”.

L’Istituto Nazionale di statistica, massima autorità in campo di numeri e dati che fotografano la situazione attuale del Paese, ha diffuso nei giorni scorsi notizie incoraggianti in merito ad argomenti molto delicati, primi fra tutti il deficit e la pressione fiscale: la notizia, che avuto ampia eco su tutti i media nazionali, contiene sicuramente dati positivi, ma è più che mai d’obbligo non lasciarsi andare a facili entusiasmi e provare a capire la portata reale di tale comunicazione. Prima di ogni cosa, ricordiamo che la pressione fiscale del terzo trimestre 2017 è stata del 40,3%, ossia inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, ma soprattutto rappresenta il dato più basso da 6 anni a questa parte. Inoltre, l’indebitamento si attesta al +2,1%, altro dato positivo se paragonato al 2,4% del 2016.

È altresì interessante notare come la riduzione della pressione fiscale generi inevitabilmente anche un accresciuto potere d’acquisto per le famiglie; tale dato diventa ancora più significativo se abbinato alla tradizionale propensione al risparmio delle famiglie italiane, che ha fatto registrare un aumento dello 0,5% nel periodo al centro dell’analisi Istat, ossia il terzo trimestre del 2017, attestandosi all’8,2%. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è così aumentato nel terzo trimestre del 2017 dello 0,7% e del 2,1% su base annua: a tal proposito, l'Istat parla di "una crescita significativa". E lo stesso vale per il potere d'acquisto, salito dello 0,8% sul rispetto al trimestre precedente e dell'1,1% in termini tendenziali.

“Drammatizzare eccessivamente alcuni dati oppure lasciarsi andare a facili entusiasmi non è mai l’atteggiamento migliore per valutare in maniera oggettiva e costruttiva le informazioni veicolate dai dati – sostiene la Dott.ssa Maria Emilda Sergio- per cui anche al cospetto di informazioni positive bisogna resistere alla tentazione di enfatizzare quanto appreso, rischio più che mai vivo se le buone notizie arrivano in momenti difficili, quando a tali situazioni paradossalmente non siamo più abituati. L’importante è capire se esistono i presupposti per dare continuità ad un trend positivo –conclude l’Amministratore Unico del Caf Italia- o se i dati positivi emersi siano frutto di un momento particolare e non siano destinati a produrre miglioramenti capaci di durare nel tempo. Va poi ricordato che, al cospetto di una situazione molto negativa, come una pressione fiscale alle stelle, un lieve miglioramento non significa aver raggiunto un risultato in assoluto positivo. Per concludere, quindi, crediamo sia utile salutare con soddisfazione il dato positivo, ma invitare con ancor più decisione le istituzioni a fare di tutto per dare continuità a tale risultato, affinché possa realmente trasformarsi in qualcosa di duraturo e capace di garantire maggiore equità e benessere ai cittadini”.