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16/10/2017 - AUMENTI IVA DAL 2018, SI ATTENDONO ULTERIORI SVILUPPI

Negli ultimi anni tutti i contribuenti, dalle aziende ai privati, hanno dovuto giocoforza fare i conti con un fattore che ha inciso in maniera immediata e diffusa sulle operazioni economiche e finanziarie in ogni settore, ossia l’aumento dell’Iva. La tendenza in questione non ha ancora esaurito la propria forza propulsiva verso l’alto, tanto che l’ipotesi di nuovi e consistenti aumenti della percentuale relativa all’imposta sul valore aggiunto circolano da tempo, e hanno in realtà preso corpo mediante precisi provvedimenti legislativi. In particolare, il Decreto Legge n. 50 del 24 aprile 2017 ha individuato l’aumento dell’Iva tra le misure necessarie, quantificando tale aumento con il passaggio dall’attuale aliquota del 10% all’11,5% già nel 2018, e poi al 13% dal 2020; stessa sorte per l’aliquota attuale del 21%, che dovrebbe passare al 25% dal 1° gennaio 2018, subendo aumenti e ribassi per stabilizzarsi poi di nuovo al 25% in via definitiva dal 2021. In realtà nell’ultimo periodo la politica nostrana è al lavoro per scongiurare il verificarsi di quella che sembra essere più di una semplice e remota ipotesi: per evitare gli aumenti previsti esiste un’unica strada, ossia la possibilità di fare cassa e reperire quindi altrove i fondi necessari. A tal proposito sono diverse le opzioni al vaglio degli addetti ai lavori: si parla innanzitutto di accantonare l’aumento Iva mediante gli incassi attesi dalla definizione agevolata delle cartelle della ex-Equitalia e dalla possibile proroga della concessione del Gratta&Vinci, con il Governo che conta di recuperare ulteriori risorse per circa 1 miliardo da queste due strade. Inoltre, arrivano da Palazzo Chigi comunicazioni possibiliste circa la capacità di evitare lo spauracchio dell’aumento delle aliquote Iva. In tal senso, sarà fondamentale l’apporto delle misure che verranno adottate per mezzo della Legge di Bilancio: tra queste, potrebbero tornare utili la riapertura della rottamazione delle liti pendenti, la nuova stretta sulle compensazioni o la cartolarizzazione dei crediti fiscali della Pa (il magazzino della ex Equitalia). A cui si aggiungerà anche la nuova asta delle frequenze 5G in grado di garantire 1,25 miliardi nel 2018 e altri 2 miliardi nel 2022 con l’assegnazione. Si attendono in tempi brevi ulteriori sviluppi.