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20/09/2017 - AGENZIA DELLE ENTRATE SU EVASIONE E MEZZI DI CONTRASTO

La lotta alla piaga rappresentata dall’evasione fiscale, diffusa ancora su larga scala in tutto il Paese e presente potenzialmente in qualsiasi settore produttivo della nostra economia, continua a generare discussioni e confronti, soprattutto in relazione ai possibili rimedi sia nel breve che nel lungo periodo. L’ultimo capitolo di questa discussione è senza dubbio di grande rilevanza, perché arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate, per mezzo di tre comunicati stampa che riprendono quanto detto al convegno avente come argomento “Evasione fiscale e attualità dei mezzi nazionali e internazionali di contrasto”. Come si evince dalla tematica messa in evidenza, il discorso si è concentrato soprattutto alla lotta contro un fenomeno sempre più insidioso e difficile da combattere, e sul carattere non solo nazionale, ma ormai inevitabilmente europeo e mondiale di tale complessa battaglia. Ecco in estrema sintesi alcuni spunti. In merito alla dichiarazione precompilata per i contribuenti, il Direttore dell’Agenzia dice che “Il controllo della massa dei contribuenti risale al momento stesso dell’adempimento trasformandosi in servizio; resta a valle quello dei soggetti a rischio o più rilevanti. Il fisco diventa il consulente e non solo il controllore”; le Entrate pongono poi l’accento sul ruolo delle banche dati, e lo fanno sempre per bocca del Direttore, il quale afferma che “Una nuova banca dati totalmente integrata, incentrata sulla persona e non sulla pratica; una banca dati finalizzata non solo, come avviene oggi, alla lotta all’evasione, ma che sia invece il perno del dialogo con il contribuente, il repository di tutti gli atti, i documenti e i dati che lo riguardano. Su questa nuova banca dati si devono basare i servizi prima ancora che i controlli del fisco; essa deve diventare anche la base di comunicazione tra fisco e contribuente, eliminando modulistica e flussi cartacei”; infine, le parole del Direttore chiariscono come debba essere l’Agenzia ad adattarsi al tessuto produttivo del Paese, e non viceversa, sostenendo in particolare che “È l’Agenzia che deve adattarsi al tessuto produttivo del Paese, non possiamo chiedere a cittadini e imprese di adattarsi a noi. Cruciali sono i servizi ai contribuenti, terzo pilastro, insieme all’accertamento e alla riscossione, di un fisco efficiente e che la riorganizzazione dell’Agenzia, non a caso, pone accanto all’area contribuenti come secondo braccio operativo”.