Una proposta all'interno della legge di bilancio 2026 punta ad ampliare la platea di lavoratori dipendenti che potrebbero vedere una tassazione più bassa in busta paga sugli aumenti frutto di rinnovi contrattuali. L'obiettivo è quello di introdurre un'imposta sostitutiva, pari al 5%, per gli accordi sottoscritti entro il 2026 e riconosciuti ai dipendenti con redditi fino a 28.000 euro.  La finestra temporale entro la fine del prossimo anno mira principalmente ad includere gli aumenti salariali connessi ai rinnovi contrattuali previsti per il biennio 2025-2026 che non hanno ancora raggiunto un accordo, dal comparto metalmeccanici a quello delle telecomunicazioni. Un sub-emendamento,  prevede l’estensione della detassazione alla fascia compresa tra 28mila e 35mila euro, ma con un’imposta sostitutiva raddoppiata al 10%. Le risorse sarebbero recuperate con uno stanziamento pari a 167,4 milioni per il 2026 e a 26,9 milioni per il 2027. Nella Manovra di bilancio è già previsto un taglio delle tasse sugli aumenti di stipendio. Il testo oggi prsente prevede che, se c’è un rinnovo contrattuale che porta ad alzare l’importo in busta paga, i dipendenti paghino solo il 5% di tasse sull’importo in più. La classe di soggetti coinvolta è quella di lavoratrici e lavoratori che hanno un reddito fino a 28mila euro che ricevono il rinnovo di contratto nel 2025 o nel 2026.  Lo sconto dovrebbe riguarderare solo chi ha un contratto che è stato rinnovato quest’anno o che sarà rinnovato nel corso del 2026.  Tale proposta era stata bocciata in precedenza per mancanza di coperture. Ora con un nuovo sub-emendamento  la proposta è per i contratti rinnovati nel 2025 e nel 2026 lo sconto sull’Irpef al 5% per i dipendenti con un reddito fino a 28mila euro, ma se ne aggiunge un altro, con una tassa ridotta al 10%, per chi ha un reddito fino a 35mila euro. Il costo previsto complessivo è 167,4 milioni di euro l’anno prossimo e 26,9 milioni di euro nel 2027.