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27/11/2025 - MANOVRA 2026, MAGGIORI RISORSE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Gli articoli 54 e 55 della bozza di Legge di bilancio 2026, attualmente al vaglio del Senato, intervengono sul Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, rafforzandone la dotazione per sostenere strutturalmente le politiche di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne. Le due norme operano su direttrici complementari, da un lato il potenziamento complessivo delle risorse destinate al Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne e la violenza domestica, dall'altro il rafforzamento finanziario del Reddito di libertà, misura economica a sostegno dell’autonomia delle vittime. L’articolo 54 prevede un incremento stabile della dotazione del Fondo pari a 10 milioni di euro annui a partire dall'anno prossimo (2026).  Lo scopo  è sostenere alcune finalità centrali del Piano strategico nazionale contro la violenza sulle donne, nel dettaglio il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, nonché il rafforzamento della rete dei servizi territoriali dedicati all’assistenza delle vittime e dei loro figli. Ricordiamo che il Fondo, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dall’articolo 19, comma 3, del D.L. 223/2006, rappresenta oggi uno dei principali strumenti di finanziamento delle politiche antiviolenza. Ogni anno una quota significativa viene ripartita tra le Regioni tramite decreto ministeriale. L’ultimo provvedimento ha destinato: 40 milioni di euro al potenziamento dell’assistenza e del sostegno alle vittime (20 milioni ai centri antiviolenza e 20 milioni alle case rifugio); 6 milioni per progetti specifici del Piano strategico nazionale, tra cui iniziative di reinserimento lavorativo, sostegno abitativo e percorsi di autonomia; 9 milioni per interventi regionali volti all’empowerment femminile e alla prevenzione della violenza economica e delle molestie sul lavoro, in coerenza con la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026. Altri interventi recenti sul Fondo includono l’aumento, disposto dalla legge di bilancio 2025, di 3 milioni annui per iniziative di orientamento e formazione al lavoro delle vittime, e di 1 milione annuo destinato al reddito di libertà. Sono inoltre state previste risorse dedicate alla realizzazione di nuovi centri antiviolenza (5 milioni) e all’acquisto o realizzazione di immobili da adibire a case rifugio (20 milioni). L’articolo 55 introduce, anche se minimo, un incremento del Fondo per finanziare il reddito di libertà, pari a 0,5 milioni di euro per il 2026 e 4 milioni di euro annui a partire dal 2027. Il reddito di libertà, istituito dall’articolo 105-bis del D.L. 34/2020, è una misura di sostegno economico rivolta alle donne vittime di violenza in condizione di particolare vulnerabilità e povertà. Introdotto per la prima volta durante la pandemia per attenuare gli effetti economici negativi sulle fasce più fragili, il contributo ha la finalità di promuovere percorsi di autonomia, offrendo un supporto economico temporaneo utilizzabile per spese abitative, formative o legate al reinserimento lavorativo. La legge di bilancio 2025 aveva già rafforzato la misura con un incremento di 1 milione di euro annuo. Con la nuova manovra il legislatore intende rendere il reddito di libertà più  incisivo, dotandolo di risorse crescenti  vista la  domanda rilevata negli ultimi anni. Similmente alle risorse citate per l’articolo 54, anche quelle destinate al reddito di libertà rientrano nella gestione complessiva del Fondo per le pari opportunità, che nel 2024 ha raggiunto una dotazione complessiva  di  circa 136 milioni di euro. Ci sono molte proposte emendative avanzate dai gruppi di minoranza su questi  articoli della bozza governativa , che chiedono un ulteriore rafforzamento delle politiche di prevenzione e contrasto della violenza di genere, ampliando risorse, strumenti e tutele rispetto al testo originario. In particolar modo, per l’articolo 54 si propone ’aumento del rifinanziamento del Fondo per le pari opportunità da 10 a 15 milioni, oltre a ulteriori 10 milioni annui dedicati alle politiche contro la violenza legata a orientamento sessuale e identità di genere, e alla piena attuazione dell’art. 105-quater del DL 34/2020. Si avrebbe intezione inoltre di introdurre: la formazione obbligatoria dei magistrati sulla violenza di genere e sulla Convenzione di Istanbul, con uno stanziamento di 200.000 euro annui; finanziamenti per i percorsi trattamentali dei condannati per reati di violenza (4 milioni annui) e risorse per l’attuazione dell’art. 26-bis del DL 104/2020; Ulteriori fondi vengono previsti per orfani di femminicidio e per il Fondo vittime di reati violenti. Accanto a ciò, un nuovo articolo 54-bis  chiede stanzierebbe  20 milioni annui (2026-2028) per sostenere l’apertura di asili familiari. In merito all’articolo 55, si richiede: l’aumento del finanziamento del reddito di libertà a 5 milioni annui, un incremento di 30 milioni ai centri antiviolenza e di 50 milioni alle case rifugio, oltre alla copertura gratuita del patrocinio nei procedimenti civili connessi alla violenza. Ulteriori emendamenti prevedono: ISEE azzerato per 12 mesi per le vittime 20 milioni per formazione specialistica dei professionisti, fondi per braccialetti elettronici e un nuovo Fondo per contrastare i reati digitali di diffusione illecita di contenuti a sfondo sessuale.