29/10/2025 - ASSEGNO D'INCLUSIONE, BOZZA DI BILANCIO 2026
Nella bozza della Legge di Bilancio 2026 sono presenti alcune modifiche significative all'Assegno di Inclusione (ADI), la misura di sostegno economico e sociale che ha sostituito il Reddito di cittadinanza. Nel dettaglio, l'articolo 38 del testo presentato dal Governo al Senato prevede una semplificazione del rinnovo dell'ADI, che potrà essere richiesto senza il precedente mese di sospensione, e un rafforzamento della dotazione finanziaria pluriennale per garantirne la continuità. Si evidenzia che si tratta di disposizioni ancora in fase di approvazione, suscettibili di variazioni nel corso procedimento parlamentare, che dovrà concludersi entro fine anno. Le novità andrebbero ad incidere sia sulla durata e modalità di erogazione del beneficio con conseguenze ovviamente sulle risorse dei fondi nazionali per l’inclusione e la lotta alla povertà. L’articolo ritocca il comma 2 dell’art. 3 del D.L. 48/2023 (il “Decreto Lavoro” che ha istituito l’ADI). Con la nuova formulazione: l’ADI viene erogato per un periodo massimo di 18 mesi consecutivi; Alla scadenza, può essere rinnovato per ulteriori periodi di 12 mesi ciascuno; Non è più prevista alcuna interruzione obbligatoria (il cosiddetto “mese di sospensione”) tra un periodo e l’altro: basta presentare una nuova domanda per ottenere il rinnovo. Il beneficiario potrà continuare a ricevere l’Assegno senza dover attendere un mese tra una tranche e l’altra, purché rinnovi formalmente la richiesta. Il comma 2 specifica che le nuove regole si applicano anche ai nuclei familiari il cui diciottesimo mese di percezione dell’ADI cade a novembre 2025 (cioè nel periodo di transizione tra la normativa precedente e la nuova disciplina i per i 2026). Questo serve ad evitare che tali famiglie restino senza sostegno durante il passaggio normativo. Per il finanziamento della misura, vengono aumentate le risorse del fondo dedicato all’Assegno di Inclusione (art. 13, comma 8, lett. a, del D.L. 48/2023) con riduzione del Fondo per la povertà. Gli incrementi di spesa previsti sono: di 380 milioni € per il 2026, di 393 milioni € per il 2027, di 397 milioni € per il 2028, di 402 milioni € per il 2029, di 406 milioni € per il 2030, di 411 milioni € per il 2031, di 416 milioni € per il 2032 e di 422 milioni € annui per gli anni successivi. Parallelamente, viene ridotta un’altra voce di spesa (art. 13, comma 8, lett. b), cioè il fondo di monitoraggio e gestione, di 54 milioni € nel 2026 e di 90 milioni € annui dal 2027 in poi