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14/09/2025 - SPESE PER ISTRUZIONE, ITALIA ANCORA IN RITARDO

"Viviamo indubbiamente in un momento storico molto delicato, in cui non ci si può purtroppo prendere il lusso di sottovalutare le tante tensioni che contraddistinguono il contesto internazionale in questo periodo - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e in cui ogni decisione, riflessione e accordo vanno ponderati con estrema accortezza e con grande attenzione. Tutto ciò, scongiurando possibili, gravi escalation da evitare a ogni costo, influenza comunque anche le questioni economiche che si riflettono inevitabilmente sulle scelte compiute da ogni singolo Paese. Pensare di poter agire in maniera completamente slegata da tale contesto internazionale è impossibile, ma nel contesto di indipendenza che ogni Stato ovviamente conserva, occorre grande lucidità per prendere le decisioni migliori, in grado di far progredire il Paese: in tal senso - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - questioni quali istruzione, salute, legalità, lavoro restano sempre priorità assolute da considerare sempre con estrema attenzione, provando a trovare sempre le risorse necessarie per apportare i necessari miglioramenti, anche in una fase complessa come quella attuale".

Nel coacervo di notizie che si susseguono senza soluzione di continuità in una fase realmente complicata per quel che concerne i rapporti internazionali, fatti di conflitti che si intensificano pericolosamente e che creano difficoltà di ogni genere alla comunità internazionale, emerge anche quanto comunicato dalla Commissione Europea nei giorni scorsi e relativo a un tema specifico, di grande importanza tanto per il presente quanto per il futuro, ossia le spese affrontate in materia di istruzione, con riferimento sia alla scuola che all'Università. Per dare un'informazione corretta, è bene evidenziare come i dati in questione, assolutamente autorevoli, si fermano però al 2023, non tenendo conto quindi di quanto avvenuto nel 2024 e nei mesi fino al settembre 2025: tuttavia, in base ai provvedimen ti adottati, si può ragionevolmente dedurre che la tendenza rimane pressoché uguale, poiché non si sono verificare iniziative tali da poter invertire la rotta.

Il dato più rilevante è quello relativo al rapporto fra la spesa destinata all'istruzione rispetto alla spesa pubblica totale, comprendendo gli anni dall'infanzia fino a quelli del percorso universitario. In tal senso, a fronte di una media europea che si assesta al 9,6%, quella italiana si assesta su una percentuale del 7,3%. Si tratta di un dato per nulla soddisfacente, anche se rapportato a quello di altri Paesi dell'Unione Europea, anch'essi in ritardo rispetto alla media europea ma la cui situazione è notevolmente diversa, come ad esempio Francia, Germania e Spagna, le cui percentuali sono rispettivamente 8,8%, 9,2% e 9,3%. Le cose non migliorano se si prendono in esame altri dati, come quello relativo al rapporto fra i dati della spesa per l'istruzione e il Pil. La questione è dunque preoccupante e chiaramente non particolarmente apprezzata dalle parti di Bruxelles, anche in virtù della frase con cui la Commissione Europea ha aperto il report in oggetto, ossia "La spesa per l'istruzione è un investimento, non un costo. Produce molteplici benefici economici e sociali nel tempo". A far storcere il naso è anche la questione della promessa di finanziamenti più coirposi alle scuole provate partiarie, a fronte di difficoltà importanti nel finanziamento della scuola pubblica.

"La situaizone descritta dalla Commissione Europea impone senza dubbio una riflessione importante - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - su un tema di primaria importanza, ossia il ruolo cruciale che lo Stato riconosce all'istruzione. Anche quando la spesa sostenuta è importante e avviene in momenti delicati, in cui bisogna far fronte ad altre urgenze come quella rappresentata dalle riforme, bisogna sempre tenerm presente che tale spesa, come giustamente evidenziato dalla Commissione Europea, è a tutti gli effetti un investimento. Avere cittadini competenti, preparati, in grado di farsi strada nel mondo è un ritorno di prestigio, economico e sociale di valore incalcolabile - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e a tal proposito bidogna avere il coraggio di portare a compimento tal investimenti. Siamo certi che il Paese riuscirà a rimettersi in carreggiata anche da questo punto di vista, anche se sarà necessario intervenire subito per correggere quello che ancora non va".