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27/06/2025 - PNRR TRA CAMBI DI ROTTA E SPERANZE E' TEMPO DI BILANCI

"Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è stato ed è ancora uno degli argomenti principali su cui si è discusso negli ultimi anni, cosa inevitabile - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - vista la grande portata del tema e il suo impatto sui Paesi Europei e sulle loro economie. Lo strumento in questione ha già portato nelle casse degli Stati legati a Bruxelles miliardi di euro e ha permesso ai Governi di fronteggiare la drammatica situazione generata con la Pandemia da Covid-19. Adesso, a distanza di anni e con la fine dell'attuazione di questo programma non troppo lontana, ci si interroga ovviamente sui risultati ottenuti, sugli obiettivi centrati, sulla salute generale dei Paesi che hanno usufruito di tale, importantissima misura, ma anche sul modo in cui le risorse impiegate - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - siano state in grado di favorire una creescita a lungo termine producendo effetti duraturi nel tempo. Avere dei rimpianti sarebbe infatti indicativo di come il potenziale a disposizione, forse, doveva e poteva essere utilizzato meglio".

Tra obiettivi centrati e altri rinviati, tra affermazioni esplicite di soddisfazione e richieste di cambio di rotta, fra dubbi e aspettative, fra enigmi ancora non pienamente risolti e grandi sforzi ancora da compiere, la fase attuale è quella in cui, probabilmente, ci si accorge che di tempo non ne è rimasto poi così tanto per fare quanto richiesto, per onorare gli impegni presi con l'Unione Europea e per compiere quel salto di qualità tanto agognato o, perlomeno, per gettare le basi necessarie affinché si possa concretizzare presto il cambiamento auspicato e lasciarsi alle spalle non solo il complicato biennio caraterizzato dalla Pandemia, ma anche le difficoltà e le mancanze presenti da diversi anni prima che il Covid irrompesse sulla scena stravolgendo le vite di tutti. Approvato nel 2021 come parte fondamentale del programma Fondo Europeo per la Ripresa a marca UE, il PNRR ha fatto sì che l'Italia potesse contare su una somma globale, tra sovvenzioni a fondo perduto e prestiti, di oltre 190 miliardi di euro: il tutto a patto che il nostro Paese, così come gli altri, rispettasse una serie di impegni presi con Bruxelles, compiendo ad esempio grandi passi in avanti in materia di digitalizzione, di rispetto per l'ambiente e di sviluppo delle tecnologie e delle infrastrutture.

Oltre alla richiesta di investimenti di carattere eocnomico per promuovere una crescita anche coerente e armoniosa fra i Paesi Europei, gli obiettivi da raggiungere nel quinquennio in questione, ossia l'arco di tempo 2021 - 2026, riguardano pure alcune riforme normative di ampio respiro, per rafforzare il livello di cooperazione e unità di intenti fra i diversi Stati dell'area UE. Se è vero che tante situazioni anche delicate sono state affrontate e risolte, permangono criticità importanti che destano ancora una certa preoccupazione e che si spera di poter gestire in maniera adeguata. Purtroppo, tanto nel nostro Paese quanto in altri, la questione della trasparenza non sta funzionando come dovrebbe e il monitoraggio sullo stato delle cose non sempre è facile e questo non consente di fare valutazioni complete e affidabili. Tuttavia, è emerso come un problema che attanaglia da sempre il nostro Paese si stia ripetendo, rischiando di generare uno spreco di risorse che sarebbe davvero imperdonabile. In particolare, si stima che a poco più di un anno dalla fine dell'applicazione del programma sia stata spesa una percentuale pari a circa il 33% del totale, ossia un terzo: si tratta di un dato ad oggi negativo, che anche in prospettiva futura è preoccupante visto il poco tempo ancora a disposizione Oltre a questo, ci sono più di 20 misure su cui non si ha chiarezza in relazione ai progetti da realizzare, col forte dubbio che in molti casi tali progetti, forse, non esistano proprio. E rimangono tante problematriche aperte in settori di grande rilevanza, come Infrastrutture, Agricoltura, Lavoro, Sicurezza Energetica, Ambiente.

"Siamo convinti che, come è da nostro costume, riusciremo come Paese a fare quello scatto necessario per tirarci fuori dalle difficoltà presenti che, innegabimente, ci sono e vanno affrontate - sono le parole dell'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - anche con una giusta dose di preoccupazione. In realtà un po' tutti i Paesi hanno ancora difficoltà, come è normale che sia vista la portata enorme dei provvedimenti adottati e la grande quantità di risorse a disposizone legate a cambiamenti in alcuni casi epocali richiesti ai Paesi Europei. La pianificazione diventa più che mai fondamentale in questo contesto, così come la capacità di essere oculati e coraggiosi nell'individuare le misure più adatte per raggiungere gli obiettivi fissati. Il tempo a disposizione non è tantissimo - dice ancora la Dottoresa Maria Emilda Sergio - ma il nostro Paese ha dimostrato più volte che è in grado di utilizzare nella maniera più opportuna le risorse in arrivo per favorire la crescita e mantenere gli impegni presi con Bruxelles".