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23/05/2025 - CETO MEDIO SEMPRE PIU' IN DIFFICOLTA'

"Nonostante gli sforzi compiuti, la continua spinta alla crescita rafforzata dalle risorse in arrivo grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le misure adottate per migliorare la situazione nel mondo del lavoro - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - la situazione generale nel nostro Paese, così come in molti altri, continua a presentare criticità importanti. Il quadro globale è purtroppo fortemente condizionato dalle vicende di politica estera e si fa ancora molta fatica a garantire un certo livello di stabilità economica. C'è ancora molto da fare - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - per realizzare quel salto di qualità tanto atteso dopo il lungo periodo caratterizzato dalla pandemia e per consentire ai cittadini di raggiungere una serenità economica ad oggi tutt'altro che scontata".

Le difficoltà affrontate da quella porzione molto ampia di cittadini che rientrano nel cosiddetto ceto medio, lungi dall'essere superate o quantomeno ridotte in maniera significativa, persistono e danno vita a una sorta di equivoco di fondo che sembra sempre più complesso da risolvere. La capacità economica di questa categoria che racchiude numerose tipologie di lavoratori e famiglie, infatti, si scontra sempre più con un paradosso che ne paralizza, di fatto, molte azioni e prospettive anche relative al futuro: in genere, in maniera semplice, si può dire che il ceto medio italiano sia troppo ricco per poter contare su aiuti e troppo poco ricco però per poter investire in maniera concreta e importante sul proprio puturo e su quello dei propri figli. Questa sorta di paradosso investe una quantità altissima di persone, poiché si stima che rigurdi addirittura all'incirca 2 italiani su 3. In sostanza, è come se il Fisco considerasse benestanti gli appartenenti a questa categoria, laddove nella realtà dei fatti il raggio di azione dei soggetti interessati è molto limitato già per il presente e diventa quasi nullo per il futuro.

Oltre agli aspetti immediatamente riconoscibili, legati a limiti di natura finanziaria ed economica tali da far sì che milioini di persone si troviano ad affrontare sacrifici notevoli anche solo per mantenere in piedi aziende e posti di lavoro, rinunciando quasi a priori a investimenti e interrventi per il futuro, ce ne sono altri che si innestano in automatico. Moltissimi lavoratori, infatti, sentono che le competenze e le abilità conseguite nel corso di anni di studi e di esperienza, difficilmente vengono valorizzate in maniera adeguata e spesso non sono neanche uno strumento sufficiente a garantire una certa sicurezza riguardo la possibilità di scegliere e trovare lavori in linea con la propria preparazione. Il mantra sembra quasi essere doversi accontentare sperando in tempi migliori. Nel contesto generale, le tasse sui redditi lordi sono giudicate decisamente troppo alte, il welfare sembra non funzionare a dovere e ci si trova spesso con i pensionati costretti a fornire un aiuto indispensabile ai lavoratori, peraltro preoccupati dalle grandi difficoltà legate all'avvenire dei propri figli. 

"Il quadro complessivo relativo alla soddisfazione dei lavoratori, alla situazione economica e alle prospettive per il futuro continua a rimanere parecchio incerto - afferma l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e questo senso di insoddisfazione è, purtroppo, ancora parecchio diffuso. Vero è che il contesto globale è per tutti delicato e fonte di preoccupazioni vive e importanti, e questo di fatto depotenzia anche il peso di misure adottate a livello nazionale. Tuttavia, attraverso il piano di riforme in programma e già in atto in determinati settori nevralgici, Fisco incluso, unitamente alla possibilità di poter contare sulle risorse in arrivo col PNRR, si spera di poter invertire la rotta e affrontare i numerosi problemi ancora esistenti. Certo è che serve una programmazione lucida e improntata alla necessità di stimolare la crescita - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - e che bisogna considerare a 360 gradi le difficoltà attuali per trovare le soluzioni adeguate".