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22/05/2025 - ASSUNZIONI DI RICERCATORI, ECCO IL BONUS IMPRESE 2025

Dopo l'approvazione in Commissione Istruzione del Senato del decreto-legge n. 45/2025 (PNRR Scuola), arriva un’importante misura fiscale a favore delle imprese che mirano all'innovazione. Per loro infatti a disposizione un nuovo credito d’imposta da 10 mila euro per chi assume un ricercatore o un ex dottorando. Tale agevolazione prenderà il posto dello sgravio contributivo biennale da 7.500 euro, ritenuto poco efficace, considerando che finora è stato utilizzato da una sola azienda. Si attende ora il passaggio alla Camera per la conversione in legge attesa entro venerdì 6 giugno. Una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il credito d’imposta dovrebbe essere pienamente operativo senza necessità di decreti attuativi, salvo eventuali chiarimenti applicativi e l'istituzione dei codici tributo da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nella legge di conversione sono presenti ulteriori novità per la carriera accademica. La nuova  misura rientra nel più ampio piano di utilizzo dei fondi del PNRR  e conta su una dotazione complessiva di 150 milioni di euro. L’obiettivo prefissato è quello favorire il reclutamento di personale altamente qualificato nel mondo della ricerca applicata e dell’industria, promuovendo così un ponte stabile tra università e tessuto produttivo.  Per le aziende, soprattutto non quelle di grandi dimensioni, che intendono rafforzare le proprie capacità di ricerca e sviluppo, si tratta di un’opportunità concreta, facile da attuare e con un ritorno immediato in termini fiscali. Il credito, infatti, potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24 e andrà ad abbattere direttamente le imposte dovute, con vantaggi più tangibili rispetto ai precedenti strumenti. In aggiunta agli incentivi per l’assunzione nel privato, il decreto PNRR Scuola interviene su un altro fronte strategico: quello della carriera universitaria. Grazie a un emendamento approvato in Senato, vengono introdotte due nuove tipologie contrattuali per il cosiddetto “pre-ruolo”, cioè il periodo intermedio tra il dottorato e l’accesso a un posto stabile da ricercatore o professore. Oltre al contratto di ricerca, già previsto dal 2024, ora sarà possibile attivare anche incarichi “di ricerca” e “post-doc”, con durata annuale rinnovabile fino a un massimo di tre anni, riservati a ex dottorandi e specializzandi. Comprese attività di ricerca, didattica e cosiddetta “terza missione” (cioè il trasferimento della conoscenza al territorio e al sistema produttivo).  Un aspetto particolarmente apprezzato dalla comunità scientifica è la possibilità di utilizzare questi nuovi contratti per partecipare ai bandi europei. Nei mesi passati, infatti, numerosi ricercatori e atenei avevano espresso forte preoccupazione per il rischio di esclusione dai progetti internazionali, a causa dell’incompatibilità del nuovo contratto di ricerca con le regole UE. Con questa modifica, l’Italia rientra pienamente nella cornice della Carta europea dei ricercatori, garantendo ai giovani studiosi la possibilità di costruire carriere competitive a livello internazionale.