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06/05/2024 - BONUS TREDICESIME A GENNAIO, LE NOVITA' DEL GOVERNO

Il Governo ha presentato ieri ai sindacati le novità sull'IRPEF dipendenti con il bonus 100 euro di trattamento integrativo e anche un nuovo decreto "Coesione". La versione del decreto Irpef illustrata la scorsa settimana modifica quanto emerso nei giorni scorsi anche se si conferma l'impianto di riservare le novità positive solo ai redditi più bassi. Sospesa la decisione sulla stretta sulle agevolazioni sui premi di produttività. Sembra infatti sfumata l'ipotesi di ritorno all'imposta sostitutiva del 10% (era al 5%) anche per le partecipazioni agli utili d'impresa. Sembra invece confermato invece l'ampliamento dei requisiti che potrebbero includere di rispetto dei principi esg (sostenibilità ambientale e responsabilità sociale delle imprese). Per quanto riguarda il trattamento integrativo da 100 euro viene destinato: ai lavoratori con redditi fino a 28mila euro con moglie e almeno un figlio a carico e alle famiglie monogenitoriali, questo dovrebbe arrivare a gennaio 2025, non con la tredicesima come inizialmente annunciato. La norma potrebbe anche non rientrare in questo decreto ma essere rinviato alla prossima legge di bilancio. Lo slittamento è dovuto al fatto che le risorse necessarie (almeno 100 milioni di euro) erano state imputate alle entrate che dovrebbero arrivare dal concordato preventivo, ma che saranno evidenti solo dopo scadenza IRPEF del 30 novembre, per cui non ci sarebbe stato il tempo materiale di renderle disponibili prima di Natale. Si interviene anche sull' art 51 comma 3 del TUIR sui fringe benefit confermando la soglia di 258, 26 euro oltre la quale scatta l'imposizione fiscale e specificando una diversa modalità di calcolo del valore dei beni e servizi in natura offerti ai dipendenti, per cui il valore dei beni e servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività del datore di lavoro e ceduti ai dipendenti è determinato in base al prezzo mediamente praticato nel medesimo stadio di commercializzazione in cui avviene la cessione di beni o la prestazione di servizi a favore del lavoratore o, in mancanza, in base al costo sostenuto dal datore di lavoro. L'attuale art 3 della bozza di decreto  prevede una detassazione integrale dei contributi versati dal datore o dal lavoratore agli enti bilaterali fino ad un importo  massimo di 3.615,20 euro annui. Non sembrano esserci novità a riguardo. Marcia indietro anche per quanto riguarda la RITA,  ovvero, la Rendita integrativa temporanea anticipata riservata agli iscritti a fondi di previdenza integrativa. La bozza ipotizzava,  dal 1° gennaio 2025   un limite applicativo  nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento di qualsiasi requisito che dia accesso a trattamenti pensionistici. Sembra che sia stata accolta l'obiezione  che ha evidenziato il rischio di allontanare  i contribuenti dallo strumento della previdenza complementare , strumento che invece si sta cercando in tutti i modi di incentivare, date le difficolta della previdenza "pubblica".