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12/01/2024 - PNRR, IN UE LA STRADA E' ANCORA LUNGA

"Il 2024 appena iniziato segna inevitabilmente un percorso che riprende quanto fatto nel 2023, a vari livelli e in relazione a numerosi argomenti, tutti di grandissima rilevanza - sono le parole della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e fra le sfide più importanti in assoluto un posto di rilievo spetta senza dubbio alla questione del PNRR e degli obiettivi da raggiungere: si tratta di un tema estremamente delicato in relazione al quale, purtroppo, le cose non stanno andando sempre nella giusta direzione, sia per quel che concerne la realtà italiana che, più in generale, il resto dei Paesi europei. Senza trascurare il fatto che i traguardi da raggiungere sono molti e decisamente variegati, oltre che impegnativi, fa pur ricordato che da Bruxelles arrivano importanti risorse per consentire ai vari Paesi di affrontare con maggiore serenità alcuni irrinunciabili cambiamenti, con la grande opportunità di poter rilanciare la propria economia dopo il dramma della pandemia. Non cogliere queste occasioni - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio -  sarebbe davvero imperdonabile".

Bruxelles tira le orecchie agli Stati membri e dietro questi rimproveri non sempre velati, anzi molto spesso espliciti e precisi, non c'è solo una sorta di pretattica volta anon far abbassare la guardia, ma una reale constatazione che le cose dovranno andare diversamente e che quanto fatto finora, sicuramente anche con buoni risultati, non può essere sufficiente. E purtroppo, tra gli alunni rimandati, ci siamo anche noi: sebbene siamo riusciti, soprattutto nelle prime fasi, a tenere un livello soddisfacente in relazione agli impegni presi (decisamente più agevoli, va detto, rispetot a quelli successivi al primo anno), col tempo abbiamo mostrato tutte le difficoltà che si temeva potessero emergere e che ci si era illusi saremmo stati capaci di superare di slancio. Se su alcune tematiche la situazione generale dei Paesi UE può lasciare soddisfatti, ci sono ancora dei punti deboli sui quali i progressi compiuti sono quasi nulli o comunque particolarmnte modesti, e di certo ben lontani da quanto preventivato. il Documento di Lavoro del Parlamento Europeo va proprio nella direzione di una maggiore pressione sui governi nazionali per accelerare il processo di realizzazione degli obiettivi prefissati, in particolar modo su alcune specifiche tematiche, in merito alle quali urge mettere in atto riforme di un certo spessore.

Sono due in particolare le spine nel fianco che rendono insoddisfacente il quadro generale in relazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: si tratta della sostenibilità e della digitalizzazione. Bruxelles fa al riguardo una stima a dir poco impietosa, evidenziando come, per quanto riguarda il pilastro della transizione verde gli obiettivi raggiunti si attestino a un poco onorevole 15%; ma ancora peggiore è la situazione relativa al pilastro della trasformazione digitale, dove sono stati centrati solo obiettivi per il 13%. In termini concreti, la svolta green e quella tecnologica dovranno essere condizioni indispensabili per il 2024, e questo deve avvenire sin da subito: la politica avrà l'arduo compito di mettere in atto le riforme necessarie, utilizzando con grande responsabilità i fondi in arrivo. Il discorso diventa ancor più delicato se si guarda in prospettiva alla fatidica data del 31 dicembre 2026, che coincide con la scadenza degli impegni: con queste premesse è facile intuire come il tempo stringa e che il 2024 diventa un anno assolutamente cruciale in tal senso. E questi discorsi, validi per tutti, hanno un peso ancor maggiore per Paesi come Italia, Spagna , Grecia, per via della situazione di debito pubblico e per la mole di risorse destinate proprio ad alcuni Paesi.

"Uno sforzo di grande valore è quello a cui è chiamato il nostro Paese - è la riflessione dell'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e occorrerà agire con senso di responsabilità e lungimiranza per fare in modo che si arrivi ai traguardi stabiliti. Abbiamo già potuto beneficiare di correzioni in corsa e concessioni extra, viste le difficoltà oggettive fatte registrare, ma adesso il tempo è poco e le cose da fare sono tante e complesse: dobbiamo abituarci a una maggiore efficienza in diversi settori, incoraggiando un deciso cambio di passo in merito alla sostenibilità, oltre che per quel che concerne la digitalizzazione su vasta scala, a partire dai progressi nella Pubblica Amministrazione. Le discussioni interne. le divisioni e i contrasti non mancheranno di certo, ma devono essere canalizzati nella direzione del bene comune, perchè la sfida a cui ci chiama l'Europa è davvero fondamentale. La speranza è che il 2024 possa far segnare un vero cambio di marcia - conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e dare al Paese un cambiamento non più rinviabile".