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27/07/2023 - NOVITA' CONTRATTI A TERMINE 2023

Contratti a tempo determinato con causali ampie fino a 24 mesi: cosa cambia con la conversione del Decreto Legge. Le previsioni di alcuni CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). I contratti a termine possono essere stipulati e rinnovati, sempre con il limite di 24 mesi totali con causali che potremmo definire quasi libere. Il decreto Lavoro approvato dal Governo e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio 2023, amplia l'utilizzo di questo strumento dando ancora più libertà per le causali da apporre a rinnovi e proroghe, mantenendo ugualmente il limite massimo di 24 mesi fissato dal Decreto Dignità numero 87 del 2018. Il già citato decreto dignità prevedeva che: al contratto di lavoro subordinato può essere apposto un termine di durata massima 12, senza bisogno di apporre una causale; si può rinnovare entro un massimo di 24 mesi per 4 volte,rispettando un intervallo tra un rinnovo e l'altro, solo specificando la motivazione del termine che deve rientrare in una delle seguenti causali, esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze di sostituzione di altri lavoratori; esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria; infinespecifiche esigenze previste dai contratti collettivi.All'interno del testo del DDL di conversione entrato in vigore lo scorso 4 luglio sono state introdotte alcune rilevanti modifiche: la possibilità di rinnovi  senza causali entro i 12 mesi e di causali ampie fino a 24 mesi;  ai fini del computo dei 12 mesi  di durata massima senza causale, si possono considerare solo i contratti precedenti  stipulati dal momento di entrata in vigore del Dl 48/2023 (datato 5 maggio 2023). La regola vale anche per la somministrazione di lavoro; nel limite di contratti in somministrazione a tempo indeterminato  fissato al 20% del personale aziendale, non vanno conteggiati: gli apprendisti e nemmeno i lavoratori che fruivano da più di 6 mesi di indennità di  disoccupazione, cassa integrazione  o in situazione di  svantaggio e specificati con decreto del ministro del Lavoro. La novità affida quindi molto più spazio alla contrattazione collettiva che può definire entro l'anno 2023  nuove  specifiche causali utili alla flessibilità. In caso contrario il datore di lavoro può allegare una causale legata a "esigenze di impresa", formulache comunque resta abbastanza vaga, e che potrebbe portare nuovamente a numerosi  contenziosi. La norma si ricorda è valida fino al 30 aprile 2024.