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11/11/2022 - DOPO IL COVID DIVARIO NORD- SUD IN ITALIA E' ANCORA PIU' AMPIO

"Ogni grande evento destinato a passare alla storia ha un impatto notevole sulla quotidianità di chi lo vive, sul presente delle persone e dei Paesi direttamente interessati - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e questo discorso riguarda in pieno anche il lungo periodo caratterizzato dal Covid - 19. Il biennio in cui la pandemia ha sconvolto il mondo e stravolto la normalità di tutti ha lasciato tracce profonde sulla realtà di tutti i giorni a ogni livello, da quello sanitario a quello psicologico, da quello economico al mondo del lavoro: come ogni volta che eventi di tale portata arrivano entrano in gioco dei cambiamenti importanti, a volte epocali. Per quel che concerne la vita dei sistemi economici, sono stati due anni durissimi ma adesso, grazie a una serie di interventi di sostegno economico mai visti prima - esiste la possibilità concreta di far crescere l'economia globale, a patto che le scelte compiute siano lungimiranti ed efficaci. Tuttavia - aggiunge la Dottoressa maria Emilda Sergio - determinati problemi nel nostro Paese permangono e addirittura peggiorano, come ad esempio il grado di difficoltà generale delle regioni del Sud e il divario con quelle del Nord".

Il divario tra il Nord e il Sud nel nostro Paese è una questione atavica che assume sempre più i connotati del problema cronico, per il quale diventa sempre più complicato trovare contromisure efficaci, Si parla di Questione Meridionale da decenni e purtroppo le difficoltà sociali ed economiche delle regioni del Mezzogiorno continuano senza soluzione di continuità: anche un evento traumatico come la pandemia da Covid ha evidenziato la realtà di un Sud perennemente in difficoltà, senza apportare cambiamenti significativi neanche con le soluzioni proposte dal Governo e con il sostegno economico messo a disposizione. La crescita a due velocità purtroppo sembra essere ancora la caratteristica del nostro Paese anche se rimane viva e concreta la speranza che il PNRR alla lunga possa dare un contributo fondamentale per la crescita reale e duratura del nostro Mezzogiorno. 

A fornire un quadro abbastanza preciso delal situazione italiana a cavallo fra l'ultima ondata della pandemia e la fase di uscita da una situazione di straordinarietà è una specifica analisi, ossia il Rapporto sulla qualità della vita: tale studio racconta di un graduale ma ormai compiuto ritorno alla realtà del 2019, ossia dell'anno prima del Covid. I dati peggiori per il Sud si riferiscono non al comparire della pandemia ne  2020, ma ai mesi successivi, periodo in cui anche il tasso di mortalità è cresciuto in maniera significativa, confermando anche il livello di assistenza sanitaria purtroppo più basso e non in linea con la situazone presente nel resto del Paese. In tal senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può davvero fare la differenza, fornendo un sostegno decisivo e mai visto prima per migliorare le infrastrutture in generale e per alzare il livello delle strutture sanitarie. Allo stesso tempo, le aziende del Meridione potrebbero avere l'opportunità di usufruire di aiuti fondamentali per cambiare marcia e far sì che il quadro generale, in termini di crescita e di qualità della vita, possa far registrare progressi importanti. 

"I fondi in arrivo con il PNRR, come detto più volte, rappresentano un'opportunità unica per rimettere in moto il complesso sistema economico italiano e per appianare quelle differenze che, purtroppo, ancora fanno parte della nostra realtà. A tal proposito - afferma l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - è bene sottolineare che il persistere di queste differenze danneggiano l'intero sistema Paese, sia che si tratti di discrepanza territoriali, sia che ci si riferisca ad altre problematiche. Le categorie in difficoltà, infatti, sono numerose e presenti su tutto il territorio nazionale: si pensi ad esempio alle difficoltà con cui si trovano a dover fare i conti gli under 30 e le donne in molti settori produttivi oppure agli anziani, nonchè alle aziende danneggiate dal caro vita degli ultimi mesi. Solamente attraverso uno sforzo comune - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia - e ettendo al centro il bene del Paese sarà possibile cambiare rotta".