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01/09/2022 - LOTTA ALL'EVASIONE, IL FISCO RIVEDE LE STIME AL RIBASSO

"La necessità di far rispettare la legge rappresenta un obiettivo sempre in cima alla lista di qualsiasi Governo - dice la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e per arrivare a risultati apprezzabili occorre sempre percorrere le due strade parallele della fermezza nell'intervenire davanti a un reato e del sostegno al cambiamento culturale che passa, inevitabilmente, dal far comprendere ai cittadini che le le leggi e le regole esistenti servono a tutelare il bene comune e quindi anche ogni singolo individuo. Tali considerazioni valgono naturalmente anche per quel che concerne il rapporto tra Erario e contribuenti e la cosa non sempre si presenta con semplicità e immediatezza, anzi: il problema dei reati fiscali rappresenta una spina nel fianco per i conti pubblici da moltissimi anni e purtroppo ciò dipende anche da un atteggiamento a volte quasi permissivo verso questo tipo di problematica, come se evadere il fisco fosse un peccato veniale. Per fortuna - aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - le cose sono cambiate negli ultimi anni e la lotta ai reati fiscali è diventata più efficace e costante, a vantaggo di tutti".

La battaglia per il recupero delle ingenti somme che ogni anno vanno perdute per via del persistere di reati come evasione ed elusione fiscale continua a essere impegnativa e a portare comunque risultati importanti, grazie ai progressi compiuti in materia e alla sempre più stretta cllaborazione fra i vari soggetti chiamati a tutelare le casse dello Stato e la legalità. In attesa che altri profondi cambiamenti diventino concreti in materia e che si realizzi la tanto attesa riforma fiscale, nella speranza che si possa andare in direzione di un livello più alto di trasparenza, semlificazione ed equità, l'insorgere di altri importanti problematiche di certo non aiuta nè il Fisco nè i contribuenti a far sì che le posizioni in sospeso vengano regolarizzate in tempi brevi. Aziende e cittadini privatinfatti stanno adesso soffrendo una situazione generale in cui, dopo i due anni comlicatissimi dominati dalla  pandemia (che ancora rappresenta una realtà con cui fare i conti e i cui effetti sono ancora purtroppo presenti), è attualmente caratterizata da un aumento generalizzato dei prezzi e da un'inflazione difficile da tenere sotto controllo. In conseguenza di ciò, lo Stato si vede costretto a riconsiderare determinati obiettivi relativi anche al recupero di somme legate proprio alla otta all'evasione fiscale. 

Se precedentemente si era immaginato di riuscire a recuperare, nel corso del 2022, qualcosa come quasi 16 miliardi di euro, gli eventi negativi degli ultimi mesi hanno obbligato a rivedere tale traguardo abbassando l'asticella, fino a punare al recupero di quasi 14 miliardi e mezzo di euro e facendo leva soprattutto sull'adepimento spontaneo degli obblighi da parte dei contribuenti. Si tratta di una correzione in corsa non di poco conto, ma resa necessaria, come detto, da eventi che hanno inciso e tuttora incidono sulla capacità economica di persone e imprese: per immaginare di ritornare ai livelli pre -Covid occorre avere pazienza e attendere il 2024, anno in cui l'obiettivo del recupero di circa 16 miliardi di euro sembra poter essere realizzabile. Nella convenzione triennale sull'attività svolta, le Entrate spiegano come nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza «sono previste misure destinate a concorrere alla realizzazione degli obiettivi di equità sociale e al miglioramento della competitività del sistema produttivo. Una di queste è quella riferita alla Riduzione del tax gap da perseguire anche con un ulteriore rafforzamento dei meccanismi di incentivazione alla compliance basati sull'invio delle comunicazioni ai contribuenti. Tale attività, che è volta a favorire l'emersione delle basi imponibili ai fini delle imposte dirette e dell'Iva, in gran parte sospesa nel 2020 a causa dell'emergenza sanitaria Covid-19, è poi ripartita nel 2021, così da accompagnare la graduale ripresa delle attività economiche e sociali”.

"Il Paese ha assolutamente bisogno di un sistema fiscale nuovo, moderno, attento alle esigenze della realtà sociale, economica e lavorativa in cui va a incastonarsi - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - anche per far compiere al rapporto fra cittadini e Stato e fra contribuenti e Fisco un salto di qualità a nostro avviso fondamentale. Proprio un cambiamento di mentalità, di prospettiva è assolutamente indispensabile per far sì che tanti cittadini capiscano davvero appieno quanto sia importante il rispetto della legalità sotto ogni sua forma, a partire proprio da un atto magari non sempre ben visto come quello di adempiere ai propri obblighi col Fisco. Di certo, in quest'ottica sarà molto importante garantire un livello e una qualità di servizi decisamente diversi - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia - così come il rinnovamente del sistema fiscale dovrà essere in grado di garantire una maggiore equità e una sostenibilità reale".