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16/07/2021 - FISCO, IL NUMERO DI DETRAZIONI E' ABNORME

"Uno studio pubblicato 4 anni fa, avente come argomento il livello di complessità dei sistemi fiscali nei diversi Paesi del mondo, aveva messo in luce un aspetto abbastanza preoccupante per quel che riguarda l'Italia - dice l'Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio - ma che in realtà metteva nero su bianco qualcosa che era percepito in maniera anche abbastanza chiara dai cittadini, ossia che il Fisco di casa nostra non ha un grado accettabile di immediatezza, semplicità e accessibilità per i contribuenti. Questa sensazione, che si traduce quotidianamente in un senso di straniamento per molte persone, che fanno realmente tanta fatica a comprendere appieno norme, eccezioni, rimandi ad altre leggi e che, in tanti casi, ignorano completamente determinati obblighi o possibili benefici, ha trovato conferma nello studio sopra citato che, dati alla mano, piazzava l'Italia sul podio riguardo alla complessità dei sistemi fiscali del mondo, superata solo da Brasile e Turchia, e quindi al primo posto assoluto tra i Paesi dell'area UE. Da anni si prova a immaginare un Fisco diverso, ma purtroppo ancora non si è risuciti a dare un nuovo volto all'Erario, complici diverse difficoltà oggettive oltre che strutturali, tra cui purtroppo un anno e mezzo di pandemia mondiale. Adesso però - aggiunge l'Amministratore Unico del Caf Italia - con i contagi in calo e la campagna vaccinale che offre segnali molto positivi, occorre mettere in cima alla lista delle cose da fare la realizzazione della riforma fiscale, strumento che dovrà davvero segnare uno strappo rispetto al passato".

Se nel 2017 le conclusioni della ricerca sui sistemi fiscali del mondo e la loro complessità avevano smascherato in tal senso il Fisco italiano, piazzandolo in una posizione altissima in una graduatoria poco edificante, si sperava che le cose potessero in qualche modo cambiare, magari anche in tempi brevi. Ma il campanello d'allarme fatto suonare da tale studio, di cui forse neanche ci sarebbe stato bisogno, è rimasto inascoltato su tante, troppe questioni, e ancora oggi i contribuenti italiani provano ad arrabattarsi in qualche modo al cospetto di quella che viene definita una vera e propria giungla di tasse, imposte, scadenze, percentuali, agevolazioni e chi più ne ha più ne metta. Gli eventi accaduti in seguito, come per l'appunto la pandemia da Covid - 19, giustificano solo parzialmente il persistere di situazioni che devono essere necessariamente corrette e ora che si sta progettando la fase post pandemia in ogni Paese, esistono delle esigenze nazionali da affrontare con celerità e urgenza: e per l'Italia la riforma fiscale occupa sicuramente un ruolo di primo piano in tal senso.

In attesa di quella che viene salutata come un'autentica rivoluzione e che dovrà rappresentare un vero e proprio spartiacque nei rapporti fra Stato e contribuenti, con importanti ricadute sul mondo del lavoro e sul sistema economico in generale, permane a oggi una struttura generale del Fisco parecchio farraginosa, poco intelligibile e non in linea con quelle che sono le esigenze di un Paese che deve andare incontro a una profonda trasformazione e che per metterla in atto dovrà poggiarsi su basi rinnovate. Per dare un'idea di come ancora adesso, quando siamo entrati nella seconda metà del 2021, la complessità del nostro sistema fiscale sia una realtà conclamata, basta analizzare alcuni dati: il sistema tributario italiano prevede al momento ben 602 detrazioni fiscali, il cui valore viene stimato in circa 53 miliardi di euro. Il dato assoluto, di per sè sicuramente degno di una riflessione approfondita, diventa ancor più incredibile se si pensa che è cresciuto tantissimo nello spazio di un decennio, come se tale situazione non fosse mai stata vista come un problema: nel 2011, infatti, esistevano 241 detrazioni, numero che è cresciuto anno per anno, conoscendo un incemento straordinario nel 2016, arrivando a 442 (contro le 279 dell'anno precedente) e continuando ad aumentare sempre, con un nuovo balzo nel 2020, dovuto in tal caso anche alle misure per contrastare le difficoltà create dalla pandemia e dalle relative chiusure forzate. 

"La costanza con cui aumenta la quantità di detrazioni fiscali per i contribuenti nel nostro sistema tributario è indice di un qualcosa che sembra fuori controllo - afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia - e non si può certo continuare con questo trend che finisce per creare sempre più confusione tra i cittadini. Prevedere misure di questo genere che poi restano magari lettera morta, viste le grandi difficoltà nel muoversi in questa vera e propria giungla, significa agire senza tener conto delle reali esigenze di ogni contribuente. Tale modus operandi deve quindi essere rivisto a nostro parere, così come, a un livello più profondo, bisogna dare un nuovo volto al rapporto tra Fisco e cittadini, fatto di comprensione, vicinanza e rispetto reciproco. Inoltre - conclude l'Amministratore Unico del Caf Italia - con la realizzazione della tanto attesa riforma fiscale si dovrà provare a cambiare concettualmente il concetto di sostegno ai contribuenti: meglio ridurre gli strumenti riconducibili all'assistenzialismo e incentivare invece ogni misura capace di stimolare la crescita dell'occupazione e, in generale, a comunicare l'idea di uno Stato equo, trasparente, presente e vicino a tutti".