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08/07/2021 - CASSAZIONE: ASSEGNO A FIGLI ADULTI HA DEI LIMITI

La necessità di mettere in atto iniziative in grado di favorire l'occupazione e di fornire a tutti la possibilità di trovare un impiego è una priorità assoluta per tutti i Governi, ovviamente compreso il nostro; in Italia poi il fatto di non aver superato mai compiutamente le difficoltà legate alla recessione economica, unitamente all'adozione di misure legate al mondo del lavoro rivelatesi non particolarmente felici, col proliferare di situazioni contrattuali anche poco chiare, col dilagare della precarietà e col persistere, purtroppo, del lavoro in nero, hanno indubbiamente aggravato una situazione difficile. E in questo quadro complicato il problema della disoccupazione giovanile ha assunto connotati drammatici che hanno favorito scontri dialettici anche in chiave generazionale, con i più govani spesso accusati di non impegnarsi abbastanza e di non sapersi accontentare, e i meno giovani accusati di aver creato una situazione politica. economica e sociale che ha gravemente penalizzato chi si affaccia nel difficile mondo del lavoro, come autonomo, dipendente o imprenditore. Al netto di tali confronti e delle argomentazioni a sostegno di una o dell'altra posizione, di sicuro occorre cambiare marcia e la fase post pandemia rappresenta il momento giusto per remare tutti nella stesa direzione e provare a far ripartire il Paese. In questo scenario vanno poi a incastonarsi particolari vicende che in un certo senso riassumono poi situazioni emblematiche: ne è prova ad esempio quella che è arrivata fino all'intervento della Cassazione nei giorni scorsi. I giudici hanno posto fine a una diatriba avente come oggetto la richiesta avanzata da una madre nei confronti del proprio ex della corresponsione di un assegno a beneficio della loro figlia di 26 anni, con la ragazza che aveva dimostrato di non essere particolarmente incline agli studi e che di recente aveva rifutato un lavoro nell'azienda di famiglia: la Cassazione si è espressa negando tale richiesta, poggiando la propria decisione su due punti in particolare, inseriti nell'apposita Ordinanza n. 18785 del 2 luglio 2021. Andando nello specifico, la Suprema Corte evidenzia come il mantenimento non abbia come obiettivo una funzione assistenziale incondizionata e illimitata a favore dei giovani disoccupati; inoltre, si aggiunge che il diritto al mantenimento del figlio maggiorenne può trovare giustificazione in un contesto e nei limiti del perseguimento di un progetto educativo, nochè di un percorso di formazione concreti, sempre tenendo conto e assecondando quanto possibile capacità, inclinazioni e aspirazioni del beneficiario.