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19/12/2019 - LAVORO, FRA AUTONOMI E DIPENDENTI LE DIFFERENZE SI ASSOTTIGLIANO

“La situazione relativa al mondo del lavoro in Italia continua purtroppo a risultare abbastanza problematica da numerosi punti di vista – sono le parole dell’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – e questo incide in maniera negativa e importante su tutta una serie di dinamiche. Occorre sicuramente varare e mettere poi in atto soluzioni concrete ed efficaci in tempi anche brevi, poiché la realtà occupazionale, economica e sociale continua a risentire di difficoltà che investono in maniera considerevole praticamente l’intero territorio nazionale, coinvolgendo diverse generazioni da Nord a Sud. Oltre alla piaga della disoccupazione, che richiede interventi energici e coraggiosi che sappiano andare incontro alle esigenze reali di imprese e lavoratori, andrebbe affrontata in maniera lucida anche la realtà degli accordi di lavoro, poiché la situazione attuale – aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio - parla di una confusione assai diffusa anche in merito ai diritti e ai doveri dei lavoratori, siano essi autonomi o subordinati”.

Il mercato del lavoro è alle prese con un momento storico particolarmente delicato. Oltre alle ormai croniche difficoltà riconducibili al dramma della disoccupazione e alla prospettiva di una pensione sempre più esigua e lontana per i lavoratori di oggi, esiste anche un problema che si potrebbe definire di identità per milioni di persone in relazione al tipo di legame che esse hanno, per l’appunto, con l’universo occupazionale. In sostanza, i lavoratori autonomi e i lavoratori dipendenti sono alle prese con una serie di cambiamenti epocali che stano sempre più erodendo i limiti che, teoricamente, ancora consentono di distinguere queste due macro-categorie. Se è vero che molti lavoratori dipendenti si stanno trasformando sempre più in lavoratori indipendenti, con la possibilità di organizzare autonomamente le proprie attività sia in termini di mansioni che di luoghi di lavoro, senza ovviamente rinunciare ai diritti acquisiti, è altrettanto vero che i lavoratori autonomi assomigliano purtroppo sempre più ai parasubordinati, con vincoli di orario e possibilità sempre più ristrette di impostare la propria attività lavorativa in maniera autonoma e indipendente, senza peraltro poter godere dei diritti e delle tutela che caratterizzano i lavoratori dipendenti.

Come emerso dal recente rapporto sul mercato del lavoro, uno degli elementi guida di questa trasformazione che avvicina categorie di lavoratori un tempo ben distinte tra di loro fino a confonderle è certamente l'evoluzione digitale (con la cosiddetta industria 4.0), che consente ampie possibilità di comunicazione remota «tra le componenti dell'organizzazione produttiva, ovvero macchine e lavoratori». Sempre più spesso, infatti, non è necessaria la presenza del lavoratore in un dato luogo fisico e anche la gestione dei tempi di lavoro può beneficiare di una elasticità impensabile fine a pochi anni fa, col risultato inevitabile che viene «depotenziato il valore dell'orario come parametro di quantificazione dell'obbligazione di lavoro e di valutazione dell'adempimento». D’altro canto, però, si assiste alla riduzione parallela della possibilità per l’autonomo di beneficiare di quella indipendenza che dovrebbe essere alla base dell’inquadramento professionale dei lavoratori autonomi i quali, invece, si trovano a dover rinuncia re in molti casi a buona parte della propria autonomia, e in alcune circostanze anche del tutto, per sottostare a orari precisi, senza tuttavia poter rivendicare tutele e diritti propri del lavoro subordinato.

“Il mondo del lavoro rappresenta forse la questione più spinosa tra quelle che devono essere affrontate con maggiore urgenza nel nostro Paese – afferma la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – ed è di vitale importanza fare chiarezza sulle situazioni ingarbugliate che ad oggi lo caratterizzano coinvolgendo milioni di lavoratori. Restiamo in attesa di sviluppi importanti in tal senso e continuiamo a invocare una riforma fiscale profonda ed efficace, che possa finalmente andare incontro alle esigenze di imprese e cittadini – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio - e influire in maniera decisiva e positiva, dando un grande contributo alla ripresa economica e occupazionale del nostro Paese”.