Iscritto all'Albo CAF del Ministero delle Finanze n.00066




click 370 Originale Aumenta Aumenta PDF Stampa Indietro

12/12/2019 - FISCO, UNA VICENDA POCO EDIFICANTE

“Siamo assolutamente dalla parte dello Stato quando si tratta di far rispettare le regole, cosa che, è sempre bene ricordare, va a vantaggio di ogni singolo cittadino; e lo siamo ancor di più – sono le parole dell’Amministratore Unico del Caf Italia, Maria Emilda Sergio – quando lo Stato diventa intransigente nella difficile e necessaria lotta contro i fenomeni di elusione ed evasione fiscale, autentiche piaghe per il nostro Paese, reati che sottraggono alle casse dell’Erario e, di conseguenza, dalle tasche di tutti noi contribuenti, somme enormi ogni anno. E sappiamo bene che per rendere efficace questa battaglia tanto complessa quanto irrinunciabile è necessario intensificare le attività di controllo nei confronti di privati e aziende: tuttavia, la vicenda di cui ci occupiamo in queste righe merita una riflessione attenta e approfondita, poiché – aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio – crediamo che debbano esistere dei criteri precisi in tali attività di verifica e che non bisogna mai mettere da parte valori importanti, come il rispetto per le persone e l’umanità”.

La vicenda a cui facciamo riferimento riguarda un episodio sicuramente particolare che, inevitabilmente, invita alla riflessione e lascia comprensibilmente l’amaro in bocca a chi lo ha vissuto in prima persona nonché a tanta altra gente che in questa stessa situazione magari ha avuto la sfortuna di trovarsi. Una scrittrice e giornalista, che ha scoperto di avere un tumore aggressivo al seno nel 2016, si è vista recapitare una lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate, lettera con cui l’Amministrazione Finanziaria chiedeva alla donna di dimostrare il versamento all’ospedale per l’operazione di una somma pari a 12.500 euro, nonché di provare l’acquisto di una parrucca dal valore di 300 euro, utilizzata come “supporto in una condizione di grave disagio psicologico”, disagio ovviamente legato alla perdita di capelli come conseguenza delle cure intraprese.

La delusione della donna per quanto accaduto è palese, ed emerge con forza e chiarezza dalle sue stesse parole: “"Mi piacerebbe incontrare il signore che ha scritto questo accertamento – ha concluso -. Ma senza astio, solo per chiedergli a cosa stava pensando, con quale priorità abbia scritto un messaggio del genere. Come fai a chiedermi come mai ho comprato la parrucca? Sembra veramente un caso di ottusità estrema che va a cozzare con una sensibilità ferita. Non ho mai avuto problemi con il Fisco, non ho certo guadagni iperbolici e sono serena per come ho sempre gestito le cose. La sensazione è di essere presi in giro da un apparato che non funziona e si accanisce su cose futili e, sinceramente, avverto della cattiva fede nel sospettare che una donna che voglia truffare il Fisco per qualche decina di euro per una parrucca, dopo che ha fatto la chemioterapia. Questa ottusità mi addolora".

“Per prima cosa esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla scrittrice e giornalista in questione e a tutte quelle persone che hanno dovuto vivere una situazione simile – commenta la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – e speriamo davvero che certe cose non accadano più. Ribadiamo il nostro sostegno a tutte le azioni intraprese al fine di combattere l’illegalità sotto ogni sua forma, ma d’altra parte – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – reputiamo indispensabile che il Fisco, in un’ottica di riforma più generale e a nostro avviso assolutamente necessaria, sappia rinnovarsi, mostrandosi sì più efficiente, ma anche più attento alla realtà e alla quotidianità dei contribuenti, più equo e sostenibile”.