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06/12/2019 - RISCHIO ELUSIONE E SOCIETÀ DI COMODO AL COSPETTO DI RICAVI TROPPO BASSI

I controlli fiscali si fanno sempre più attenti e precisi, con la speranza di porre un freno a reati come elusione ed evasione, che sottraggono alle casse dello Stato cifre enormi ogni anno; aziende e privati devono quindi cercare sempre di osservare tutte le regole esistenti, per quanto numerose e complesse, e fare inoltre attenzione a qualsiasi situazione che possa destare sospetti. Al riguardo, è di sicuro interesse quanto sancito lo scorso 4 dicembre dalla Coorte di Cassazione con l’ordinanza n. 31626. I giudici hanno infatti respinto il ricorso di un albergo, ricordando che i parametri previsti dall'art. 30 della legge n. 724/1994, sono fondati sulla correlazione tra il valore di determinati beni patrimoniali e un livello minimo di ricavi e proventi, il cui mancato raggiungimento costituisce elemento sintomatico della natura non operativa della società, spettando, poi, al contribuente fornire la prova contraria e dimostrare l'esistenza di situazioni oggettive e straordinarie, speci?che e indipendenti dalla sua volontà, che abbiano impedito il raggiungimento della soglia di operatività e di reddito minimo presunto. In sostanza, quindi, può accadere che il Fisco, a ragion veduta, contesti l’elusione fiscale per la società di comodo quando la srl non supera il test di operatività e il contribuente non è in grado di provare le effettive e avverse condizioni di mercato, per cui scatta l'accertamento quando i ricavi sono troppo bassi rispetto al patrimonio aziendale.