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25/10/2019 - REGIME FORFETARIO, ANCORA PARECCHI DUBBI DA RISOLVERE

“Che questa sia una fase parecchio delicata, e che per molti aspetti sia complicato trovare in tempi brevi la quadra per determinate situazioni legate al mondo del lavoro, è abbastanza chiaro a tutti – sostiene la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – ed è comprensibile dover attendere affinché si possa fare chiarezza su ogni aspetto. Tuttavia restiamo assolutamente convinti, allo stesso tempo, della necessità di intervenire con decisione, coraggio e prontezza, poiché numerose situazioni rivestono un carattere di assoluta urgenza. Ovviamente siamo fiduciosi circa le novità che saranno presto messe in atto – aggiunge la Dottoressa Sergio – e confidiamo che il senso di responsabilità possa finalmente prevalere e far sì che vengano messe al primo posto le esigenze reali dei cittadini”.

La manovra finanziaria 2020 sembrava potesse aver messo un punto su determinate questioni, ma probabilmente resta ancora del lavoro da fare in alcuni ambiti molto sentiti e che riguardano tanti contribuenti. Tra le questioni più delicate, per svariati motivi, rientrano sicuramente le vicende legate a quel particolare gruppo di lavoratori, sempre molto folto, che risponde al nome di “Partite Iva”, con riferimento specifico in questo caso a coloro i quali hanno optato per una soluzione ritenuta di maggior convenienza, ossia il regime forfetario. Le importanti modifiche apportate nella sostanza a tale particolare categoria in vista del 2019 e le novità annunciate per il 2020 sembrava potessero avere finalmente dato un quadro definitivo della questione; tuttavia, proroghe, annunci, cambiamenti di prospettiva e proposte continuano a susseguirsi senza soluzione di continuità, rimescolando le carte e generando, purtroppo, ancora una certa confusione.

Ad oggi, sembravano essere al sicuro determinati punti, come ad esempio il calcolo forfetario per redditi fino al limite di 30mila euro e l’introduzione di un regime definito analitico per la determinazione del reddito in base ai costi e ai ricavi effettivi per i redditi tra 30.000 e 65.000 euro: già quest’ultima soluzione pare essere adesso fortemente a rischio. Allo stesso modo, è a rischio pure l’idea dell’obbligo del conto corrente dedicato alla professione. Sembra ancora in gioco invece il provvedimento secondo cui, al superamento del limite di 65mila euro, è prevista la fuoriuscita immediata dal regime forfetario. Insomma, il cartello dei lavori in corso in relazione a un argomento che rischia di diventare ancor più spinoso e insidioso rimane, e adesso si attendono sviluppi importanti in merito.

“La situazione di incertezza continua a minare indubbiamente la serenità dei contribuenti e dell’intero sistema economico e occupazionale del nostro Paese – è la riflessione portata avanti dall’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per cui bisogna assolutamente prendere atto delle ripercussione negative ad essa legate. Ad ogni modo la speranza è che il 2020 possa finalmente dar corpo a quelle speranze che invece, purtroppo, l’anno ancora in corso ha in larga parte deluso. Attendiamo adesso – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – gli sviluppi delle discussioni in atto per capire quali provvedimenti diverranno definitivi per l’anno prossimo”.