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26/09/2019 - GRANDI MULTINAZIONALI ED ELUSIONE FISCALE: IL QUADRO RESTA ALLARMANTE

“L’evasione fiscale rappresenta un’autentica piaga sociale ed economica per diversi Paesi, Italia compresa – dice l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dott.ssa Maria Emilda Sergio – e sicuramente qualsiasi iniziativa efficace studiata e messa in atto per combattere tale problema è da noi accolta con soddisfazione. Esiste però un’altra piaga non di poco conto, altrettanto dannosa per le casse dello Stato: si tratta dell’elusione fiscale. Siamo convinti che ci sia ancora tanto da fare in merito alla risoluzione di quest’altra problematica – aggiunge la Dottoressa Maria Emilda Sergio – anche se indubbiamente negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione nei confronti di questo tema e, di conseguenza, anche le misure adottate stanno portando a risultati importanti”.

La fiscalità dei vari Paesi viene spesso elusa dai grandi colossi: si calcola che circa il 40% dei profitti della grandi multinazionali venga dirottato verso quelli che vengono denominati paradisi fiscali, con enorme danno per l’economia degli Stati. Il fenomeno alla base di queste situazioni si chiama tax ruling, basato su accordi fiscali che coinvolgono da una parte le grandi multinazionali e dall’altra i Paesi a tassazione ridotta che concedono agevolazioni importanti, con conseguente maggiorazione dei profitti aziendali, e che accolgono il denaro dei colossi dell’economia. A svelare alcuni importanti aspetti del fenomeno è la ricerca congiunta dell'Università di Berkeley e di Copenhagen e che riportano le considerazioni di The missing profits of Nations (I profitti perduti delle nazioni), pubblicato dal National bureau of economic research degli Stati Uniti, considerato il più autorevole centro di ricerca economica mondiale. In breve, si stima che qualcosa come 200 miliardi di euro di tasse vadano perduti tra le pieghe del sistema sopra descritto, sottraendo risorse di vitale importante alle casse dei vari Paesi.

Guardando al nostro Paese, emerge chiaramente come i problemi sopra descritti riguardino in pieno anche l’Italia: si calcola infatti che il 19% dei profitti che le multinazionali realizzano sul suolo nazionale è poi spostato all’estero. Si tratta di quasi 25 miliardi di euro. Fa molto riflettere, in un’epoca di collaborazione fra Stati e di entità sovranazionali impegnate nella lotta a determinati fenomeni, come circa 20 miliardi di euro relativi ai profitti generati in Italia finiscano in uno dei sei Paesi considerati paradisi fiscali in Europa, ossia Belgio, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda. Tassare regolarmente in Italia questa enorme mole di denaro significherebbe far entrare nelle casse dell’Erario più di 6 miliardi di euro, una somma che permetterebbe abbondantemente di non sforare il deficit.

“Al cospetto di certe notizie, degli studi condotti e delle difficoltà che ogni giorno tocchiamo con mano – è il commento della Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – non si può che rimanere sorpresi e al contempo delusi da certe dinamiche. Verificare che anche in seno all’Unione Europea esista la possibilità di ricorrere a determinate soluzioni che rappresentano veri e propri casi di elusione fiscale non può lasciare indifferenti – conclude la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per cui va da sé che tutti noi ci aspettiamo interventi decisi e leggi chiare e inequivocabili per mettere fine a tali situazioni. Soltanto collaborando in maniera seria e completa, sarà possibile sconfiggere fenomeni quali evasione ed elusione fiscale, ossia vere e proprie piaghe che danneggiano in maniera pesante le economie di tanti Paesi e, inevitabilmente, la vita di milioni di cittadini”.