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20/09/2019 - IRPEF: IL 58% DELLA SOMMA TOTALE A CARICO DEL 12% DEI CONTRIBUENTI

“Il rapporto fra i contribuenti, siano essi cittadini o aziende, e il Fisco italiano, rimane una questione assai spinosa che sarà bene cercare di affrontare in maniera seria e in tempi brevi – dice l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – e con linee guida e programmatiche chiare e inequivocabili. Soltanto con un sistema fiscale rinnovato, diciamo a misura di contribuenti e a prova di evasione e di elusione, sarà possibile ipotizzare un miglioramento importante dell’intero sistema economico del nostro Paese, nonché una relazione diversa tra il Fisco e i cittadini. Pertanto, come più volte auspicato, attendiamo con trepidazione una riforma importante del sistema fiscale nostrano, una riforma atta a snellire determinate procedure, a favorire il rapporto fra i cittadini e le istituzioni, nonché a combattere alcune dinamiche che alla fine potrebbero indurre i cittadini a pensare che il Fisco – è il pensiero della Dottoressa Maria Emilda Sergio – sia un’entità tutt’altro che attenta ai bisogni e alle esigenze delle persone. Di conseguenza, ben vengano cambiamenti di tale portata “

Ad oggi il Fisco non mostra agli italiani un volto particolarmente benevolo, per usare un eufemismo. La pressione fiscale è realmente importante e la percezione generale, in un contesto indubbiamente molto complesso dal punto di vista economico e occupazionale, è quella di un Erario inflessibile, distante dalla realtà di cittadini e aziende, incurante delle difficoltà degli italiani e anche poco trasparente e poco equo. Gli studi e le analisi in materia fiscale condotti da esperti e addetti ai lavori narrano una realtà particolare: i numeri dicono che coloro i quali dichiarano redditi di oltre 35mila euro sono cinque milioni di contribuenti e che su questi soggetti grava il peso di più della metà dell’Irpef; il 45,19% dei contribuenti, con dichiarazioni più basse, coprono invece il 2,62% del totale Irpef.

In sostanza, il 58% del volume totale di Irpef è sulle spalle del 12% dei contribuenti italiani. In sostanza, i contribuenti con redditi lordi superiori a 100mila euro l’anno (circa 52.000 euro netti) rappresentano l’1,13% del totale (467.442) ma pagano il 19,35% di tutta l’Irpef; tra 200mila e 300mila euro si trova lo 0,13% dei contribuenti che versano il 2,99% dell’Irpef mentre sopra i 300mila euro il rapporto del Centro studi e Ricerche Itinerari previdenziali sui redditi riferiti al 2017 presentato al Cnel individua, sulla base dei dati Mef e Agenzia delle Entrate, lo 0,093% dei contribuenti versanti che pagano però il 5,93% dell’Irpef. Se si guarda ai titolari di redditi lordi superiori a 55.000 euro, si vede che il 4,39% dei contribuenti paga il 37% delle imposte sulla persona fisica. Sicuramente si tratta di un quadro che non dà la sensazione di un Fisco capace di intercettare le reali esigenze del Paese, e che presenta numerose problematiche su cui occorrerebbe intervenire in tempi rapidi.

“Una riforma fiscale pianificata e organizzata con lucidità e lungimiranza – osserva la Dottoressa Maria Emilda Sergio, Amministratore Unico del Caf Italia – è a nostro avviso ineludibile e non più differibile. Sono tante e molto importanti le questioni da studiare, analizzare, rivedere e correggere. Si tratta di un tema assolutamente fondamentale per il nostro Paese, per i conti pubblici, per il rapporto fra cittadini e istituzioni, fra aziende e Stato. Ora più che mai serve un’operazione di riconquista della fiducia – afferma l’Amministratore Unico del Caf Italia, la Dottoressa Maria Emilda Sergio – per cui lo Stato, già impegnato nel difficilissimo compito di rimettere a posto i conti, di tener fede agli impegno e di far ripartire il Paese, non deve dimenticare il rapporto fiduciario con i cittadini: e una riforma capace di dare al Fisco equità, trasparenza e sostenibilità può senz’altro essere uno strumento di enorme valore”.