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19/09/2019 - IONE FISCALE, CHIARIMENTI DALLA CASSAZIONE SU PENA E ATTENUANTI

Il pugno duro contro i reati di evasione fiscale passa inevitabilmente dall’esistenza di determinate leggi e dalla loro applicazione, leggi che in Italia esistono e che, se rispettate, potrebbero in molti casi rappresentare un deterrente efficace contro questi fenomeni che tanto penalizzano l’intera economia del nostro Paese con danni notevoli e diffusi che incidono sull’intera collettività. In relazione a queste considerazioni, va notata la sentenza n. 38467, risalente al 17 settembre 2019, con la quale la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un imprenditore di Roma evidenziando in particolare due punti. In primis, i giudici hanno chiarito che la pena detentiva, qualora l’evasore fiscale risulti ancora insolvente, non può essere sostituita con una pena pecuniaria; l’altro punto, altrettanto rilevante, è che l’imprenditore non ha diritto alle attenuanti generiche neanche nel caso in cui stesse attraversando un periodo di crisi di liquidità: non erano invocabili difficoltà finanziare della società, che non sono state compiutamente rappresentate né nei motivi d'appello né nel ricorso per cassazione, perché le somme incassate a titolo di Iva non erano della società, bensì dell'Erario, e quindi non destinabili ad altri. Ha inoltre condiviso la decisione del primo Giudice di negare le circostanze attenuanti generiche in considerazione dell'elevato ammontare dell'imposta evasa