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05/08/2019 - F24, SE IL PAGAMENTO NON VA A BUON FINE LA BANCA DEVE AVVERTIRE IL CLIENTE

Nella complessa dinamica che regola i rapporti fra contribuenti e Fisco vengono coinvolti diversi enti e diverse figure, tra cui ad esempio le banche: e anche gli istituti di credito possono finire nel mirino e trovarsi costretti a far fronte a eventuali errori e a pagare per essi. L’ordinanza n. 20640 della Suprema Corte di Cassazione, datata 31 luglio 2019, evidenzia infatti tale conclusione: i giudici hanno accolto il ricorso presentato da una cliente di un istituto di credito che aveva effettuato un pagamento però non andato a buon fine, a causa dell’assenza del codice ufficio. La banca sarà dunque chiamata a provvedere al risarcimento per non aver avvisato il cliente che l’F24, a causa di errori di compilazione, non era andato a buon fine. Secondo la Cassazione, l'adempimento richiede, esige e ricomprende non solo il diligente compimento, da parte del mandatario, degli atti per i quali il mandato stesso è stato conferito, ma anche degli atti preparatori e strumentali, nonché di quelli ulteriori che, dei primi, costituiscano il necessario complemento, e comporta altresì il dovere di informare tempestivamente il mandante della eventuale mancanza o inidoneità dei documenti occorrenti all'esatto espletamento dell'incarico. Il mandatario, inoltre, è tenuto al compimento, con la diligenza del buon padre di famiglia, degli atti preparatori e strumentali alla esecuzione del mandato, nonché di quelli ulteriori, che dei primi costituiscano il necessario completamento, ha il dovere di informare tempestivamente il mandante anche della eventuale mancanza o inidoneità dei documenti necessari all'esatto espletamento dell'incarico.