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21/06/2019 - LA DETRAZIONE IVA NON PUÒ ESSERE DISCONOSCIUTA DAL FISCO

Le questioni legate all’Erario e alle sue numerose e spesso complesse regole generano in molti casi incertezza fra i contribuenti, siano essi aziende o privati, tanto da rendere poi necessario il ricorso ai giudici di diverso livello; a dire il vero, in molte occasioni i vari tribunali si pronunciano anche a favore di cittadini e imprese nella loro contrapposizione a istituzioni o enti che rappresentano gli interessi del Fisco nostrano. Di recente la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza riguardo a un argomento particolare e lo ha fatto mediante la sentenza n. 16010 datata 14 giugno 2019, con la quale ha accolto il ricorso avanzato da una società che aveva provveduto a dare un premio, assolutamente sproporzionato rispetto al giro d’affari fra le due imprese, a un’azienda cliente. In sostanza, è stato chiarito come l’Erario non può disconoscere la detrazione Iva su un costo sproporzionato e antieconomico, salvo che l’affare in questione non provi a occultare in maniera macroscopica un giro di fatture false. Relativamente all’Iva, il giudizio di congruità non interessa il giudizio di inerenza, bensì la contestazione dell’Ufficio e, in particolar modo, i contenuti della prova posta a suo carico che non può essere soddisfatta adducendo la mera antieconomicità dell'operazione, di per sé priva di rilievo.